Da sempre sento parlare di questa corsa. Il motto poi mi ha sempre colpito “Run like you’ve never run before”. Allora quest’anno ho tenuto d’occhio il giorno di apertura delle iscrizioni ed il 1 aprile mi sono lanciato. Meno male perché dopo una settimana tutti i pettorali erano stati bruciati, dato che molti gruppi si iscrivono collettivamente per partecipare alla business run. Si tratta di una 10 miglia (16,1 km) che si corre tra Amsterdam e Zaandam. Il nome vuol dire “dalla diga alla diga”, anche se, coll’aumentare dei corridori, il percorso si è spostato avanti di un km per potere gestire meglio gli arrivi. Il sabato 30.000 camminatori hanno già rodato l’organizzazione marciando tra le 2 città su percorsi da 9 a 40 km. Domenica mattina mi hanno dato un appuntamento alle 9.30 per consegnarmi il pettorale (sono straniero e non hanno voluto inviarmi il chip per posta). Alle 9.28 sono un po’ agitato perché non c’è nessuno ma alle 9.30 compare una ragazza e mi consegna il tutto. Assieme ad altri stranieri con la stessa problematica mi fanno partire in un gruppo d’eccellenza (top runners uomini !!!). I runners sono 31.000 divisi in 19 gruppi. I 3.500 bambini, che fanno 4 miglia, in 4 gruppi. C’è un sole stupendo, niente vento e fa molto caldo, il mio amico Fred dice che è la giornata più bella da 15 giorni a questa parte. Dall’altoparlante continuano a dare raccomandazioni di non saltare i ristori perché il giorno si annuncia caldissimo. La consegna sacche è efficientissima e ci sono già i primi bus che partono per portare parenti ed amici al traguardo. Grazie al blocco del traffico tutto il giorno sarà un va e vieni senza problemi e velocissimo. Siamo praticamente davanti alla stazione centrale di Amsterdam, rinchiusi in vere e proprie gabbie in rete metallica. Dal museo della musica pop, che è davanti, ci sparano musica tecno. Tutti i runners ballano. Anche l’amico Fred fuori dalla gabbia. Alle 11.04 partono le top donne. Alle 11.10 noi. Dopo 300 m, lungo i quali bande scozzesi suonano cornamuse, si imbocca il tunnel sotto al Nemo. E’ un tunnel lungo 1,5 km fatto a v, prima discesa e poi salita. E’ abbastanza strano correre qui sotto perché tutti gridano e c’è un rimbombo tremendo. L’areazione è molto forzata. All’uscita del tunnel si cominciano i giri per Amsterdam Noord, posto dove i turisti non vanno mai perché non è monumentale. E’ un quartiere pieno di belle ville e parchi (ma tutto in minisaliscendi e spesso con pavé). Sono tutti fuori casa a mangiare e bere e suonare. Perché sono tantissime le bande e i cantanti lungo il percorso. Lungo la strada biondone vestite con pochi straccetti ci incitano. Mi piazzo su un’andatura prudenziale sui 5 30. Poco alla volta arrivano e mi passano folate di runners dei gruppi successivi che stanno raggiungendo noi, che boccheggiamo dietro ai top. Solo chi ha abitato in Olanda sa cosa vuol dire avere un sole caldo sulla testa, l’umidità alle stelle e niente vento e soprattutto correre qualche metro sotto il livello del mare. Praticamente ci obbligano a fermarci ai ristori, ma vedrò almeno una decina di runners soccorsi per colpi di calore. Passiamo davanti ad una grossa birreria dove degli abbirrazzati cantano fradici. Mi chiedo se siano le prime bevute della domenica mattina o le ultime del sabato notte…. All’8° km ho troppo caldo e rallento. Mi trascino fino al 14° in cui si entra a Zaandam. Emozione incredibile. Sulla diga, in una strada piena di casette, stretta e sconnessa, c’è un tunnel umano con bandiere ed ogni strumento possa fare casino (piatti, bidoni della spazzatura sbattuti, tamburi, impianti hifi al massimo che sparano milioni di decibel, chitarristi metal, megafoni…). Ci sono palchi dove si esibiscono quelli della capoera, un ring di box con pugilatori, spettatori sui trampoli, organetti. Non capisco bene dov’è il traguardo, anche perché ci sono decine di archi gonfiabili e proseguo fino ai 500 m prudenzialmente. La strada si allarga, c’è un mini-tratto in salita e alzo le braccia per salutare gli spettatori che….mi rispondono con una valanga di applausi. Non riesco a fare la volata perché siamo veramente in tanti. Però quando arrivo gli altoparlanti sparano Because the night. Appena dopo il traguardo, tra quelli che ti danno la medaglia, c’è Fred. La riconsegna dei sacchi con gli indumenti e il bus di ritorno sono immediati, arrivi e vai. Lungo il ritorno del bus vedo la fila ininterrotta dei runners che arranca sotto un sole tropicale. Il lunedì invece ci sarà pioggia, vento e freddo. Ci scaricano alla stazione di Amsterdam che stanno ancora chiamando gli ultimi gruppi alla partenza. L’ultimo partirà alle 14 55. Per la cronaca: chiudo in un disastroso 1 39 05. Hanno vinto un eritreo in 45 52 ed una etiope in 52 58. L’etiope ha corso gli ultimi 100 m con moglie e figlia in un arrivo strappalacrime. La domenica sportiva olandese ha passato un servizio di mezz’ora subito dopo il calcio. I giornali il lunedì sono pieni di supplementi con le classifiche, le statistiche, le foto. Però l’anno prossimo ci torno…..
Nessun commento trovato.
Disclaimer L'indirizzo IP del mittente viene registrato, in ogni caso si raccomanda la buona educazione.. I commenti vengono verificati dagli amministratori prima di essere pubblicati. Gli amministratori si riservano di moderare le discussioni, non pubblicando o cancellando commenti ritenuti impropri, non opportuni o scorretti.
|