Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di eb (del 29/09/2007 @ 22:52:32, in varie, linkato 1500 volte)
Lo sanno molto bene i nostri atleti non corridori (saltatori, lanciatori etc ...), ma anche tutti i podisti tecnicamente preparati: una corretta preparazione atletica non prevede solo corsa, ma richiede anche esercizi di mobilità e potenziamento. Può essere così utile inserire nel proprio allenamento invernale, con l'aiuto e sotto la guida di personale preparato, alcuni periodi di lavori in palestra. A questo riguardo gli amici dell'A.S. Isola propongono la loro piccola struttura (zona Maciachini-Jenner) dove, a prezzi modici e secondo orari elastici, è possibile aggiungere questo importante tassello, purtroppo spesso trascurato, al proprio allenamento. Seguite il link per scaricare il volantino con tutti i dettagli della proposta.
Di eb (del 28/09/2007 @ 23:41:20, in varie, linkato 1562 volte)
Una buona rappresentanza di podisti dell'Ambrosiana sarà presente domenica alla Deejay Ten. Alcuni di essi hanno deciso di trovarsi prima della partenza alle ore 8.15 presso il MacDonald's di piazzale Lotto: chi volesse aggiungersi sarà bene accolto.
Da sempre sento parlare di questa corsa. Il motto poi mi ha sempre colpito “Run like you’ve never run before”. Allora quest’anno ho tenuto d’occhio il giorno di apertura delle iscrizioni ed il 1 aprile mi sono lanciato. Meno male perché dopo una settimana tutti i pettorali erano stati bruciati, dato che molti gruppi si iscrivono collettivamente per partecipare alla business run. Si tratta di una 10 miglia (16,1 km) che si corre tra Amsterdam e Zaandam. Il nome vuol dire “dalla diga alla diga”, anche se, coll’aumentare dei corridori, il percorso si è spostato avanti di un km per potere gestire meglio gli arrivi. Il sabato 30.000 camminatori hanno già rodato l’organizzazione marciando tra le 2 città su percorsi da 9 a 40 km. Domenica mattina mi hanno dato un appuntamento alle 9.30 per consegnarmi il pettorale (sono straniero e non hanno voluto inviarmi il chip per posta). Alle 9.28 sono un po’ agitato perché non c’è nessuno ma alle 9.30 compare una ragazza e mi consegna il tutto. Assieme ad altri stranieri con la stessa problematica mi fanno partire in un gruppo d’eccellenza (top runners uomini !!!). I runners sono 31.000 divisi in 19 gruppi. I 3.500 bambini, che fanno 4 miglia, in 4 gruppi. C’è un sole stupendo, niente vento e fa molto caldo, il mio amico Fred dice che è la giornata più bella da 15 giorni a questa parte. Dall’altoparlante continuano a dare raccomandazioni di non saltare i ristori perché il giorno si annuncia caldissimo. La consegna sacche è efficientissima e ci sono già i primi bus che partono per portare parenti ed amici al traguardo. Grazie al blocco del traffico tutto il giorno sarà un va e vieni senza problemi e velocissimo. Siamo praticamente davanti alla stazione centrale di Amsterdam, rinchiusi in vere e proprie gabbie in rete metallica. Dal museo della musica pop, che è davanti, ci sparano musica tecno. Tutti i runners ballano. Anche l’amico Fred fuori dalla gabbia. Alle 11.04 partono le top donne. Alle 11.10 noi. Dopo 300 m, lungo i quali bande scozzesi suonano cornamuse, si imbocca il tunnel sotto al Nemo. E’ un tunnel lungo 1,5 km fatto a v, prima discesa e poi salita. E’ abbastanza strano correre qui sotto perché tutti gridano e c’è un rimbombo tremendo. L’areazione è molto forzata. All’uscita del tunnel si cominciano i giri per Amsterdam Noord, posto dove i turisti non vanno mai perché non è monumentale. E’ un quartiere pieno di belle ville e parchi (ma tutto in minisaliscendi e spesso con pavé). Sono tutti fuori casa a mangiare e bere e suonare. Perché sono tantissime le bande e i cantanti lungo il percorso. Lungo la strada biondone vestite con pochi straccetti ci incitano. Mi piazzo su un’andatura prudenziale sui 5 30. Poco alla volta arrivano e mi passano folate di runners dei gruppi successivi che stanno raggiungendo noi, che boccheggiamo dietro ai top. Solo chi ha abitato in Olanda sa cosa vuol dire avere un sole caldo sulla testa, l’umidità alle stelle e niente vento e soprattutto correre qualche metro sotto il livello del mare. Praticamente ci obbligano a fermarci ai ristori, ma vedrò almeno una decina di runners soccorsi per colpi di calore. Passiamo davanti ad una grossa birreria dove degli abbirrazzati cantano fradici. Mi chiedo se siano le prime bevute della domenica mattina o le ultime del sabato notte…. All’8° km ho troppo caldo e rallento. Mi trascino fino al 14° in cui si entra a Zaandam. Emozione incredibile. Sulla diga, in una strada piena di casette, stretta e sconnessa, c’è un tunnel umano con bandiere ed ogni strumento possa fare casino (piatti, bidoni della spazzatura sbattuti, tamburi, impianti hifi al massimo che sparano milioni di decibel, chitarristi metal, megafoni…). Ci sono palchi dove si esibiscono quelli della capoera, un ring di box con pugilatori, spettatori sui trampoli, organetti. Non capisco bene dov’è il traguardo, anche perché ci sono decine di archi gonfiabili e proseguo fino ai 500 m prudenzialmente. La strada si allarga, c’è un mini-tratto in salita e alzo le braccia per salutare gli spettatori che….mi rispondono con una valanga di applausi. Non riesco a fare la volata perché siamo veramente in tanti. Però quando arrivo gli altoparlanti sparano Because the night. Appena dopo il traguardo, tra quelli che ti danno la medaglia, c’è Fred. La riconsegna dei sacchi con gli indumenti e il bus di ritorno sono immediati, arrivi e vai. Lungo il ritorno del bus vedo la fila ininterrotta dei runners che arranca sotto un sole tropicale. Il lunedì invece ci sarà pioggia, vento e freddo. Ci scaricano alla stazione di Amsterdam che stanno ancora chiamando gli ultimi gruppi alla partenza. L’ultimo partirà alle 14 55. Per la cronaca: chiudo in un disastroso 1 39 05. Hanno vinto un eritreo in 45 52 ed una etiope in 52 58. L’etiope ha corso gli ultimi 100 m con moglie e figlia in un arrivo strappalacrime. La domenica sportiva olandese ha passato un servizio di mezz’ora subito dopo il calcio. I giornali il lunedì sono pieni di supplementi con le classifiche, le statistiche, le foto. Però l’anno prossimo ci torno…..
Lo scorso fine settimana si sono chiusi con la maratona e le staffette i Campionati Mondiali Masters Pista, che hanno visto Riccione accogliere migliaia di veterani provenienti davvero da tutto il mondo.
La partecipazione dei nostri atleti alla manifestazione e' stata numerosa: sin dal primo giorno di gara non sono mai mancati su piste e pedane rappresentanti della nostra società. A coronamento di questa presenza sono arrivate tre medaglie individuali: Carmelo Rado ha vinto l'oro nel Disco-M70, Galdino Rossi ha conquistato l'argento nell'Asta-M65 e Rosanna Franchi ha agguantato l’ultimo gradino del podio e la medaglia di bronzo nella gara dei m.80 Hs. Altri nostri soci sono stati prescelti dal coordinatore tecnico delle squadre master per le staffette: hanno brillato tra questi Giuseppina Perlino, oro nella 4x100 ed argento nella 4x400, e Giancarlo D'Oro, oro nella 4x100 M45, dopo essere stato capace di raggiungere le finali individuali dei m.100 e m.200. Oltre a Giancarlo diversi altri “ambrosiani” sono stati capaci di entrare nelle diverse finali di specialità, risultato di grande prestigio.
Congratulazioni in ogni caso poi a tutti i soci che hanno partecipato all'evento: indipendentemente dal risultato tecnico, ricorderanno le gare e soprattutto l'aria che si respirava nei diversi impianti sportivi della sempre ospitale Riviera romagnola.
Matteo Felicioli, il famigerato fisherman dell’Ambrosiana, ci scrive da Rio de Janeiro (Mezza maratona):
“Carissimi,
ho avuto un problema informatico (come sempre) che ha distrutto (o forse vi ha mandato, non so) il mio resoconto della mezza di Rio.
Quindi riassumo i dati essenziali:
- 14.000 partecipanti
- sono stato 3147° con un pessimo 1.52.38
- come da foto ho corso ufficialmente per l’Ambrosiana
- ho corso in stile fisherman, anche se a casa, dopo la doccia, indossavo la maglietta Ambrosiana "da riposo".
Saluti a tutti ci vediamo a Gravellona e Pavia”
Il nostro runner Giacomo Marina ci racconta:
"Sono mesi che parliamo della mezza di Bologna.
Io Luca e Gianluca, amici da sempre, ultimamente uniti anche dalla passione per la corsa.
Tenuti in scacco da un improbabile navigatore satellitare, ci presentiamo alla partenza in clamoroso
ritardo e questo ci regala un avvio davvero difficile.
Niente niente clima pre-gara, niente streching, niente riscaldamento (non che io lo faccia di
solito…) niente carica di energie mentali.
Partiamo 7 minuti dopo lo sparo, ormai non c’è più nessuno: anche le 3km e 10km non competitive
sono partite e anche i camminatori e gli amici del fit-walking, quelli con le racchette da sci per
intenderci…
Nel primo km il percorso non è neanche segnato… di solito si suppone che i corridori siano in
gruppo!!!
Comunque si capisce già che aria tira. Luca allenatissimo propone un avvio scattante, almeno da 5
al km, Gianluca allenato anche lui ma preoccupato dal ricordo del suo esordio alla stramilano vuole
essere più cauto, io, che mi sono allenato alla sagra del cinghiale e del tortello di Montepescali, in
provincia di Grosseto, non posso e non voglio andare sotto i 5.30 al km.
Dopotutto si tratta di una mezzamaratona, per di più in estate, anche se rinfrescata da recenti
temporali. Rispetta la distanza… e la distanza rispetterà te!
Partiti ci avventuriamo nelle stradine del centro storico di Bologna, tra i soliti curiosi della
domenica mattina. E’ inutile dire che dai bar escono aromi di cappuccino e brioche che
taglierebbero le gambe a chiunque.
Al km 4 è finito il purgatorio. Raggiungiamo l’ultimo della corsa, lo salutiamo e incominciamo la
scalata verso il podio.
Il percorso è molto ben segnato adesso, ai ristori c’è da bere di tutto. Prevengo la disidratazione e il
caldo versandomi un litro d’acqua sulla testa a ogni sosta. Non bisogna saltare neanche uno
spugnaggio!
Passiamo al km 10 in 52 minuti credo.
Non sono messo benissimo ma neanche troppo male. Il nostro gruppetto è tenuto unito dalla voglia
di fare questa corsa insieme, minato dalle accelerazioni di Luca e dai miei cedimenti.
Il percorso non è semplicissimo. Tutto su pavè e acciottolato, un sacco di curve, salite e discese.
Cerco di socializzare con i soliti peones che sperano di stare sotto le due ore ma capisco che devo
risparmiare il fiato e concentrarmi sui km che mancano.
Passiamo un paio di volte in piazza maggiore, vediamo la torre degli asinelli, la stazione tristemente
famosa, la gloriosa università, i km di portici… bologna è davvero bellissima.
Arriviamo al km16 in 1h30 abbondante, adesso il gioco si è fatto duro.
Capisco che probabilmente ce l’ho anche fatta ma devo ammortizzare il duro colpo di vedere Luca
andare via al km18. Non sembra, ma psicologicamente è terribile.
Al km 19 cìè una jazz band itinerante, tromba, sax, rullante e basso tuba.
Il trombettista è molto bravo, suona da maestro. Vorrei essere lui in questo momento, vestito da
musicista anni ’30, tranquillo, suona e forse dopo andrà in qualche trattoria.
Magari lui vorrebbe essere me, poter correre così tanto… non lo sapremo mai.
Fatto sta che arrivo in condizioni difficilissime al cartello del km20. Quasi quasi scoppio e cammino
ma non mollo.
Entriamo nel parco dove c’è l’arrivo.
Gianluca mi distrae chiedendomi se due ragazze che prendono il sole sono in costume o senza…
con le ultime forze mi giro a guardare, hanno il costume.
Ma ci siamo… taglio il traguardo praticamente morto.
1h58m che mi può bastare, non correvo la mezza da aprile alla stramilano e anche là avevo fatto
fatica a chiudere in 1h59m59s!!!!
Umiliazione finale: Gianni Morandi batte Linus: 1h40 il primo, 1h43 il secondo: mi consolo
pensando che non si svegliano alle 6.30 la mattina…."
Ieri, dopo un sabato lavorativo a Lione, sulla strada del mio ritorno ho partecipato ad una tapasciata francese, la 9 Ronde des Grangeons ad Ambérieu-en-Bugey, il paese di Laure Manaudou.
Queste le differenze tra una tapasciata italiana, ipotizziamo a Cernusco Lombardone, ed una tapasciade francese.
La difficoltà di trovare la partenza è la stessa. Rare frecce ti portano su un tratturo di montagna. Perplessità. No, la strada era giusta, praticamente si parte sulla cima di una montagna. La raggiungo dopo una mezz’oretta, dopo avere vagato con altri disperati nella nebbia.
L’incompetenza dei volontari al parcheggio è la stessa: con Claudio, a parità si spazio, ci sarebbero state il triplo di auto (senza bloccare nessuno).
La maglietta di premio è migliore in Francia (tessuto tecnico), però l’iscrizione alla corsa costava 12 €. C’era anche una bottiglia di vino supplementare.
Andamento corsa. Le vecchie camminatrici di Cernusco Lombardone ti occupano la strada e non le smuovi neanche a spararle. Ad Ambérieu i camminatori (che hanno avuto la partenza libera dalle 8.30), quando arriva un corridore (partenza comune alle 10.30), urlano “Coureur !” e le vecchie locali si appiattiscono su un lato per lasciare spazio.
I ristori sono sempre incongrui con un’azione atletica. Al 13° km ieri stavano rosolando una porchetta intera!
La partecipazione ad Ambérieu è migliore. Anche nelle microfrazioni sul Bugey, monte sacro alla resistenza francese (una specie di Val d’Ossola), tutti sono in strada ad urlarti informazioni inutili (uno mi dice che sono 251°, un altro mi dice che ce la posso fare, ci mancherebbe altro…). A Cernusco Lombardone nessuno ti considera.
Sia ad Ambérieu che a Cernusco Lombardone c’è sempre qualche folkloristico che si diverte a correre mascherato da qualcosa, ieri c’erano degli incas e dei messicani.
Comunque 15,5 km, segnati bene, per una corsa dal percorso collinare molto bello, impegnativo (450 m di dislivello in discesa e poi, maledizione, altri 450 in salita), praticamente senza asfalto.
Nella foto Diego Dimastromatteo e Pietro Lonoce all'arrivo del Trofeo KIMA, importante gara di corsa in montagna negli scenari indimenticabili della Valtellina.
Sicuramente altri soci avranno avuto occasione di disputare gare, anche un pò inusuali, in località altrettanto belle: perche' non inviarcele ? Le aspettiamo !
|